
A cura di
Jacopo Lorenzelli, Alberto Veca
Prefazione di
Jacopo Lorenzelli, Alberto Veca
Editore
Galleria Lorenzelli – Bergamo
Anno di Pubblicazione
1998
- Copertina
- Prefazione
Jacopo Lorenzelli – Alberto Veca - Della pittura di genere
Una precisazione
Una enciclopedia e un anticipo
Ritratto del naturale
Tra percezione e conoscenza
Impaginare il mondo
Primati e contatti
Sul simbolico
Criteri impaginativi
Architettura
Disseminazione
Nuove scene
Ambienti - Opere esposte
Questa occasione espositiva ha come protagonista la natura morta nell’età barocca, un soggetto che negli anni ha costituito un interesse e una proposta costante della galleria Lorenzelli: si possono ricordare le prime mostre inaugurali del 1963 e del 1964. quella dedicata a Evaristo Baschenis nel 1965. le esposizioni del 1968 e del 1971. accomunate dal medesimo fortunato titolo -Satura in posa dedicate all’Italia la prima, curata da Ferdinando Bologna, e alla produzione straniera la seconda, redatta da Ingrar Bergstróm.
Successivamente è da sottolineare, per l’organicità del programma, il ciclo, dal 1980 al 1984. delle esposizioni “tematiche” dedicate al Trompe l’oeil (Inganno & realtà. 1980), alla natura morta moraleggiante (Vanitas. 1981). alla composizione di fiori (Patadeisos, 1982). alla rappresentazione del cibo (Simposio, 1983) curato da Pietro Lorenzelli e Alberto Veca; nel 1985 e nel 1986 le due esposizioni Forma vera e Orbis pietas, dedicate rispettivamente alla natura morta in Italia e all’estero.
A questo primo approccio succedono nel 1989. organizzata da Jacopo Lorenzelli e Alberto Veca, l’esposizione Lombardia 1620 circa centrata sui principali autori dell’area lombarda ai primi del XVII secolo e nel 1995. curata da Eckart Lingenauber e Jacopo Lorenzelli. I’esposizione internazionale The Line of Stili Life.
Come evidente si tratta di un interesse continuativo nei confronti della natura morta, in particolar modo quella delle origini, inauguratosi in un periodo di scarso interesse, almeno in Italia, per tale genere di pittura che nel corso di più di trenta anni si è sviluppato e approfondito. L’iniziativa attuale intende proseguire questa indagine proponendo una selezione di dipinti di scarsa notorietà, se non del tutto inediti, alcuni dei quali presentano diffìcili problemi attributivi: questo non diminuisce la loro qualità esecutivi/ e l’interesse del soggetto rappresentato.
L’occasione intende allora contribuire alla conoscenza e al dibattito su un territorio dai contorni e dagli episodi ancor oggi interrogativi, dovendosi registrare su alcuni punti nodali della storia della natura morta, soprattutto in quella dei centri di produzione italiani e spagnoli, incognite e proposte “esplorative”, costantemente da aggiornare, verificare e correggere.
Pubblicare inediti di difficile collocazione si pone in linea con un’idea “provvisorio” che una mostra necessariamente deve comportare, in un atteggiamento che vuole essere alieno da effìmere o ridicolmente altisonanti attribuzioni che spesso sopravvivono di poco all’eventuale notorietà della manifestazione inaugurale. Meglio pertanto l’interrogativo rispetto alt ipotesi poro sostenibile: con il primo si lascia aperta e senza pregiudizi la strada per una auspicabile successiva approssimazione, con l eventuale agevolazione che la visione diretta dei dipinti comporta, verso una identificazione attendibile: la seconda risulta fuorviante e pregiudicante qualsiasi un ulteriore approfondimento.
Se l’esposizione propone un selezionato ventaglio di nature motte seicentesche e settecentesche di diverso soggetto riferibili a centri di produzione italiani e stranieri, fornendo del genere una panoramica generica ma coerente dal punto di vista della qualità, il saggio introduttivo vorrebbe svolgere il compito di una “messa a punto del contesto culturale in cui si afferma e fiorisce il soggetto di genere, con un riferimento anche alla pittura di paesaggio, tema a tutti gli effetti “complementare rispetto a quello di natura morta, censendo il primo I’orizzonte lontano, il secondo quello vicino, degli oggetti domestici.
Ringraziamo i signori collezionisti, in particolare Eckart Lingenauber. per la fruttuosa collaborazione e Tobia Lorenzelli per un lavoro bibliografico sulla natura morta che sarà successivamente pubblicato.
Jacopo Lorenzelli. Alberto Veca
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